giovedì 16 agosto 2007

Lomello: chiese sconsacrate

San Rocco
(foto di
R. Bassi)

La fondazione dell’edificio si fa risalire al 1524. Secondo la tradizione, gli abitanti di Lomello, al fine di scongiurare il morbo della peste, fecero un voto alla Vergine, costruendo un oratorio intitolato a San Rocco. All’interno aveva sede la Congregazione del Santissimo Sacramento, meglio nota come congregazione di San Rocco. La confraternita era laica e non godeva di rendite e benefici ecclesiastici. I principali proventi derivavano infatti dalle offerte della popolazione e degli associati. Tra le principali finalità vi erano quelle di officiare solennemente le principali festività religiose e di accompagnare, in modo degno e dignitoso, i confratelli durante il loro ultimo viaggio terreno.
L’oratorio si compone di due distinte parti, il primo ambiente, in forma rettangolare con volta a botte, è frutto di un ampliamento realizzato immediatamente dopo il 1630, mentre la parte più antica, l’odierno coro, si fa risalire al XVI secolo. La facciata, scandita in tre spazi da paraste, è completata da un timpano nella parte superiore. Un rosone e due finestre rettangolari illuminano l’interno. Anticamente decorazioni ad affresco raffiguranti la Vergine, San Rocco ed il compatrono San Sebastiano dovevano arricchire la superficie. Sul lato nord della chiesa si eleva la torre campanaria , costruita sopraelevando un tratto dell’antico oratorio cinquecentesco. In considerazione delle dimensioni del campanile la struttura fu presumibilmente rialzata in relazione all’ampliamento dell’edificio nel 1630. Sconsacrata negli anni '70 del secolo scorso, la chiesa di San Rocco è ora usata come sede espositiva.
Il santo. Le notizie su San Rocco sono scarse ed imprecise. Nato in Francia intorno alla metà del XVI secolo, Rocco viaggiò per tutta Europa dedicandosi alla cura degli appestati; colpito lui stesso dal morbo e miracolosamente guarito, il santo è generalmente raffigurato nell’atto di mostrare una piaga sulla coscia.
Le vicende del santo pellegrino sono state ricostruiste da Gian Franco e Tina Magenta, storici locali, nel loro pregevole saggio San Rocco e Lomello, edito da tipolitografia Artigiana (Vigevano) nel 2007.
Una vita immaginaria di San Rocco è stata raccontata dallo
scrittore pavese Mino Milani, nell’opera La guerra sia con me, edita da Mursia nel 2005.

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